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Leggere libri e raccontare storie ai bambini

Le fiabe cominciavano con “C’era una volta in un tempo lontano…” perché si voleva distanziare i bambini da quella realtà, portandoli su un piano parallelo; oggi le storie sono di stampo più quotidiano e si ha meno paura di far confrontare il bambino con il racconto. La storia non si censura ma da essa si impara.

Nella mia esperienza di lavoro con i bambini ho letto moltissimi libri, ho raccontato tantissime fiabe e ne ho animate forse ancor di più.

Raccontare una fiaba, leggere un libro, vivere una storia sono attività importanti e profonde che segnano il bambino in modo indelebile.

Leggo, racconto e vivo la storia

È bene, quindi, farlo con piacere, stabilendo un contatto con il nostro piccolo interlocutore, saper percepire le sue emozioni, scambiarsi sguardi e passare attraverso i suoi sensi, facendogli vedere il libro con le sue illustrazioni, insegnargli ad annusare gli odori che passano attraverso la storia anche nell’ambiente in cui vi siete accomodati per il vostro momento di lettura.

Portate il bambino a camminare nelle strade del racconto, catturatelo al punto tale da ottenere la sua attenzione e la sua voglia di sentirsi dentro alle righe che state leggendo (nel caso di un libro) o alle parole che state scegliendo (nel caso di una narrazione) o ancora nei gesti che state compiendo (nel caso di una storia animata).

storie per bambini

Vi è mai capitato di raccontare una fiaba e scoprire il bambino interessato così tanto da voler interagire?

Come raccontare una favola a un bambino, quali toni di voce usare

Il bambino percepisce i cambiamenti vocali del narratore, il quale si lascia andare dentro la storia e permettere al bambino di seguirlo e viaggiare insieme

Il tempo da dedicare al racconto ha una grandissima importanza e il modo di narrare deve viaggiare su diversi registri (sussurrare, fermarsi, alzare il volume, accelerare) è un gioco di condivisione costante, io lo chiamo il VORTICE INCANTATO, un turbine di emozioni e scambi tra narrazione e ascolto, nella magica arte di raccontare e di ascoltare.

Dove raccontare una storia a un bambino: la scelta fondamentale dell’ambiente

Scegliete sempre un luogo confortevole per leggere o raccontare una storia (non necessariamente quel luogo è il divano), nei miei laboratori espressivi nelle scuole mi è sempre piaciuto strutturare il percorso in cerchio su un tappeto, in un ambiente che risultasse asettico, privo di stimoli esterni.

Nella mia esperienza di mamma ho dovuto rivedere la mia idea di lettura, non essendo più la maestra ma la mamma ho scoperto, inaspettatamente, che esistono moltissimi luoghi di comfort dove i bambini preferiscono ricevere e aprirsi all’ascolto. Flavio (mio figlio) è molto più attento in bagno di quanto lo possa essere in camera.

Quando leggere una storia al bambino?

Di pancia risponderei sempre, ma a prescindere dall’importanza di far diventare l’abitudine alla lettura fondamentale, riservate alla lettura un tempo specifico della giornata, un momento da voi (genitore e bambino) selezionato: prima della nanna, prima dei pasti, dopo il bagnetto, ecc.

Non forzate mai la lettura, il bambino deve sentirne l’esigenza e avere la serenità giusta. Ogni cosa proposta con insistenza potrebbe solo indisporlo o agitarlo.

come leggere un libro a un bambino

Come scegliere un libro da leggere a un bambino o una storia da raccontargli

Rispettate l’età del vostro bambino, esistono molti libri che sono giusti a tempo debito, è bene arrivare per step e notare successivamente i traguardi del vostro bambino.

Come leggere ai neonati e cosa leggere

Dal primo mese di vita: più che leggere è bene cantare, rendere melodiche alcune parole o ninne nanne, andando anche a scovare nel calderone dei vostri stessi ricordi (quella che vi cantava nonna) o se avete piacere inventatele. Quando Flavio era piccolissimo sono diventata a tutti gli effetti un’autrice di testi, sfornavo ninne nanne che era una bellezza.

Dai sei mesi: I libri che proponi al tuo bambino devono essere morbidi e maneggiabili, masticabili e mangiabili (sembra una battuta ma non sto scherzando ), il bambino è nella sua piena fase orale, esplora, assaggia, è bene che il libro sia resistente  e atossico. Le immagini sono molto grandi e colorate e solitamente rappresentano oggetti per loro familiari: scarpe, palla, mela ecc.

Dai 12 mesi: Il bambino è capace di tenere un libro in mano e all’occorrenza di sfogliarlo. A quest’età è importante proporgli immagini che rappresentino azioni che lui riconosce come quotidiane: dormire, mangiare, giocare. I libri cartonati vanno benissimo.

Come leggere e cosa leggere a un bambino dai 18 mesi a i 3 anni

Dai 18 mesi: Oltre all’immagine ama ascoltare le frasi brevi del libro e spesso le impara a memoria tanto da saperle ripetere con naturalezza e semplicità. Sfoglia autonomamente e predilige libri che parlano di bambini per  potersi immedesimare.

Dai 2 anni: Il bambino inizierà a voler giocare a fare l’adulto, è possibile che lo troviate con un libro a “leggere” la storia ai suoi peluche o ai compagni di classe che in quel momento sta immaginando.

Dai 2 anni e mezzo: Se avete educato il bambino alla lettura da sempre, avete quasi carta bianca. Possibile che il bimbo abbia una sua personale libreria da cui attingere ed è possibile che sia lui stesso a chiedervi che libro voglia leggere/ascoltare. I libri che preferirà sono quelli della vita di tutti i giorni in cui potrà dare nomi differenti ai protagonisti perché lui ci vedrà se stesso o i suoi amichetti.

A quest’età sono molto importanti anche i libri legati alle emozioni o agli step di crescita che sta affrontando (dormire da solo, togliere il pannolino, abbandonare il ciuccio, andare a scuola, ecc.)

Come leggere ad un bambino

Trovate un posto nella casa che rappresenti il vostro angolo per la lettura (siate disponibili ad accettare che il posto lo trovi il bambino, è più importante che sia confortevole per lui più che per voi).

Quando si legge non ci sono fonti di distrazione, la tv, la musica, la radio sono spente, il vostro cellulare si troverà nell’altra stanza a meno che non lo state usando per riprendervi mentre leggete. (Flavio ed io lo facciamo spesso), ci piace leggere di giorno e la sera guardare i video delle nostre letture. Questa attività di registrarvi lasciate però che sia il bambino a chiedervela, non forzatelo a fare video se non ha voglia.

Io consiglio di aspettare che abbia almeno compiuto i due anni, perché ha la capacità di palesare il suo interesse o il suo rifiuto.

Quando leggete un libro, rivolgete le pagine verso il bambino, anche se state scomodi, il libro lo deve vedere lui e non voi.

Indicategli le figure e ripetete il nome degli oggetti o delle azioni di modo che fissi le parole nella sua memoria. (Questo bambino sta mangiando le polpette/ Le sue scarpe sono rosse. /Era molto stanco e si è addormentato nel suo letto).

La lettura con i bambini deve essere un’attività partecipativa

La lettura deve essere partecipativa, siate entusiasti e mai annoiati ( a meno che la noia non sia richiesta dal racconto), date voci differenti ai vari personaggi, variate il ritmo di lettura cadenzandolo all’occorrenza.

Se il bambino vuole fare domande sulla storia, accogliete il suo inserimento, rispondete e rendetelo partecipe, si sta interessando e vuole parlare, lasciatelo fare portandolo anche a raccontare lui la storia a voi se ne ha piacere.

Non scegliete sempre voi i libri da leggere, portatelo davanti alla sua libreria e fatelo scegliere, anche se questo potrebbe significare leggere lo stesso libro più volte al giorno o tutte le sere. Fidatevi, si stancherà e vorrà cambiare anche lui storia, ma rispettate i suoi tempi.

Se un libro proprio non gli piace, non insistete, forse un’immagine o una frase non lo entusiasmano particolarmente.

Partite da un libro e giocate con la fantasia fino ad inventare storie vostre

Se ne avete piacere e avete fantasia inventate qualche storia, prendetevi un tempo vostro in cui costruire insieme un racconto, in cui il bambino stesso possa aggiungere personaggi e azioni.

Si parte da un luogo, da un personaggio e in men che non si dica creerete una storia vostra che ogni sera potrà ampliarsi.

raccontare storie

Io stessa ho memoria viva delle tantissime storie che ogni sera mio padre inventava per me, alcune le ho amate talmente tanto che le ho fatte diventare insieme a lui delle vere e proprie storie a puntate. Una di queste storie riadattandola insieme ai bambini la portai come spettacolo teatrale di fine anno con una delle mie classi.

In una fiaba tutto è possibile, non siate troppo rigidi, volate sui draghi, diventate piccoli come degli gnomi, costruite una casa di fiori…

Permettetevi di osare perché se non lo avete fatto da bambini, la vita vi ha dato un’altra opportunità come genitori.

Non perdete questa occasione tanto folle quanto magica.

https://youtu.be/iuDgl0tNMvo

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