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Cara Befana, sono una neomamma e ti scrivo

Cara Befana,

Da neomamma non me la sono sentita di scrivere a uno che non ha mai partorito, combattutto coi postumi del cesareo, episiotomia, ragadi al capezzolo, tiralatte e biberon e quindi le mie richieste invece che a Babbo Natale le faccio a te.

Anzi, cominciamo il 2019 con un pizzico di sincerità: diciamo pure che per Natale non ho fatto in tempo nemmeno a pensare di scrivere una lettera perché ho un bambino piccolo, dovevo cucinare per il cenone, fare l’albero e metterlo in sicurezza da mio figlio che gattona spargendo moccio per tutta la casa da che ha cominciato a andare al nido. E pulire di corsa: sia mai, qualche nonno che mi scivola sul muco.

Ho cucinato con 38.5 di febbre perché dai bambini si prendono malattie di cui non conoscevo nemmeno l’esistenza: congiuntivite, stomatite, bocca-mani-piedi. Ma siccome io sono una persona positiva, confido nel virus intestinale il 7 gennaio così finalmente forse riesco a dimagrire.

Ah, una cosa l’ho fatta prima di Natale: sono riuscita solo a comprarmi dei tappi auricolari per non sentire le minchiate di tutto il parentado che da quando ho partorito si è scoperto laureato in pediatria così che mio figlio si ritrovi ancora con una famiglia quando crescerà.

Cara Befana, dicevo,

tu sei donna e probabilmente capirai cosa vorrei trovare nella calza.

Innanzitutto la cassiera del supermercato. Ma la voglio a tranci, tipo salmone. Un trancio per ogni volta che non riconoscendomi mi ha chiesto Ma aspetti il secondo?

Però forse è stata peggio quella volta in cui mi ha detto Ma non avevi già partorito?

Poi nella calza ci puoi mettere anche tutti quelli che, mentre l’ostetrica urlava dai che si vede la testa hanno cominciato a chiedere Beh, quando lo fate un fratellino?

Quelli che poi aggiungono Lo devi fare di corsa, oramai hai una certa età me li fai a pezzetti più piccoli, tipo macinato fino, e me li unisci a quelli che il secondo meglio che lo fai vicino al primo così fanno tutto insieme mentre tu sei lì che cerchi di ricordarti come ti chiami dopo 6 mesi che non dormi.

Oppure ti dicono Beh, ma allora ancora non arriva? E tu pensi che mettendo insieme i soldi della fecondazione assistita e tutti quelli che nella tua vita hai buttato in anticoncezionali a quest’ora avresti 3 anni di servitù h24. E un sicario per far fuori tutti questi rompipalle impiccioni.

Mandami anche un po’ di coraggio per imparare a rispondere a tono. Sì, perché ogni tanto un bel vaffa a quella che sta a sindacare se tuo figlio passa dal bric del succo di frutta (oddio gli zuccheri!) alla tua tetta (oddio è grande!), a quella che ti chiede se porta ancora il pannolino (oddio, guarda che la materna è dietro l’angolo) o se sei una criminale che pratica il co-sleeping.

Per rispondere anche al marito che si lamenta del calo della libido, ma poi russa come un trattore mentre tu, capelli acciuffati nel mollettone e camicia da notte che olezza di ricotta, alle 3 del mattino guardi i consigli per dimagrire del dottor Oz mentre allatti per la quinta volta dall’ora di cena.

Portami una maglietta con su scritto Non sei la peggio mamma del mondo, c’è sempre lei: e ci metti la foto di quella lì che sa tutto e ha sempre consigli da darmi. Sì, quella. Ci siamo capite

E se ti capita mandaci anche un po’ di strafottenza. Perché possiamo farci scivolare addosso quel costante senso di inadeguatezza ad ogni critica ricevuta.

Cara Befana,

Fammi trovare mamme, amiche con cui possa condividere questa meravigliosa esperienza. Con cui possa sfogarmi (e ridere perché no) delle notti insonni, delle pappe non mangiate, della stanchezza, delle coliche e dei rigurgiti a spruzzo.

Perciò, cara Befana, quelle con i figli che magnano e dormono, per favore mandale a qualcun’altro.

E se ti capita mandami pure un po’ de figaggine che qui dopo due anni c’ho ancora ‘na panza che pare che me so’ ingoiata un cocomero tondo tondo. Che ogni volta che voglio mettere una foto su instagram devo calcola’ l’inquadratura dal basso pe’ esse più alta, quella a destra che è il mio profilo meno cesso ma non troppo laterale se no si vede il nasone e le ginocchia che non me le posso guardare.

Insomma Befa’ passati una mano sulla coscienza e vedi che puoi fare.

Se tu potessi poi farla pagare a quella che mi aveva detto vedrai che andrà meglio e mi aveva dato tutti i suoi consigli idioti-educativi e me so ritrovata ad affittare il gazometro per fare il container montessori della calma per mia figlia che altro che terribili due, Gengis Kahn avrebbe avuto timore e rispetto di lei.

Se non chiedo troppo mi piacerebbe pure che mi portassi qualche ora di sonno. Con la scusa dell’allattamento al seno e che sta creatura non vuole il biberon, dormo a intermittenza. Mi accendo e mi spengo come le luci dell’albero. Ho collezionato 4 ore di sonno in due giorni.

E invece rendi il sonno di mio marito più leggero che magari qualche volta riesce a svegliarsi pure lui. Dice che sta stanco, che la notte nun dorme, lui. Ma io ogni volta che mi sveglio me giro e lo vedo russare con la bolla al naso. Mi sbaglierò io…

Perciò, cara Befana, visto che tu vieni di notte e di notte svegli ci stanno solo quelli che lo fanno per mestiere e le neomamme con i loro bambini, entra un attimo in casa. Latte e biscotti li offro io. Tu spupazzati un attimo la creatura come solo una vecchia che pensa a tutti i bambini saprebbe fare.

Perché non è sempre vero che le mamme non lasciano i loro bambini agli altri perché vogliono avere tutto sotto controllo: vorrebbero solo che gli altri, invece di stare sempre a giudicare e criticare, si concentrassero e avessero la stessa loro cura nel trattare quel bambino prezioso.

Nel trattare quella mamma.

Nel trattare tutti quanti.

Cara Befana, lo sai che ti dico? Che quando vieni qua lascia in tutte le calze un po’ di spirito di mamma, un po’ di intuito, delicatezza e premura da distribuire fra donne e uomini.

Così pure le mamme, potranno un attimo riposarsi.

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