Visite guidate a Roma per bambini sotto i 4 anni? Certo, è possibile e, anzi, l’avvicinamento all’arte fa benissimo ai bambini. Ma deve essere fatto con metodo e da mani esperte: ce lo siamo fatto raccontare dalla Dottoressa Simona Moscadelli di Cicero in Rome, che da tantissimi anni si occupa di far esplorare la citta, e non solo, alle famiglie.
CICERO IN ROME
Visite guidate per bambini, adulti e ragazzi
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Tel. 3475034600LA PAGINA DEL SITO DI CICERO DEDICATO AI PIU’ PICCINI
Una delle prime cose che ho voluto fare dopo la nascita di Diana, in un pomeriggio infrasettimanale in cui eravamo finalmente tutti liberi da impegni, è stato andare a visitare, armata di carrozzina, il mio museo preferito: la Galleria d’Arte Moderna.
Diana aveva solo 5 mesi e non so che effetto le abbia fatto: quello che so è che è stato un bellissimo pomeriggio che raccontai in uno dei primi articoli di questo blog. Di sicuro l’effetto benefico sulla mamma ebbe una buona influenza anche sulla piccola Diana che venne immortalata dormiente sotto la statua di Diana, appunto.
Perché portare bambini molto piccoli nei musei o in luoghi di arte, storia, cultura
Tante persone, quando si parla di visite guidate e esplorazione di luoghi d’arte, con bambini molto piccoli storcono il naso. Ma la maggior parte dei genitori sono alla ricerca di questi eventi spesso difficili da trovare.
Ho deciso allora di intervistare chi i piccolissimi li avvicina all’arte per mestiere: la Dottoressa Simona Moscadelli, della conosciutissima e apprezzata associazione Cicero in Rome specializzata in visite guidate per adulti e bambini, organizza praticamente tutti i weekend eventi dedicati all’avvicinamento all’arte dei più piccini.
Il prossimo sarà Sabato 30 aprile e vedrà coinvolti i bambini dai 2 ai 4 anni in una visita guidata proprio alla mia amatissima Galleria d’Arte Moderna!
1) 2/4 e addirittura… 0/3! Quando avete cominciato a fare visite guidate per bambini così piccoli accompagnati dai genitori?
Abbiamo iniziato una decina di anni fa a idearle, pensarle e realizzare il materiale necessario di supporto. Abbiamo poi fatto dei tentativi per capire quali fossero gli obiettivi realizzabili e ci abbiamo messo ancora del tempo per adattare il tutto al nostro metodo. Il tutto doveva poi essere reso realmente abbordabile per i piccolissimi. Già dai primi tentativi la risposta è stata pazzesca e imprevista.
Ci siamo subito accorti che i bambini intorno ai 2/3 anni sono degli osservatori incredibili e riescono a cogliere delle sfumature essenziali che spesso sfuggono anche agli adulti. Diciamo che siamo operativi da circa 6 anni con questa fascia d’età.
2) Ritenete importante avvicinare bambini così piccoli all’arte, alla storia, alla bellezza? Perché? E c’è un metodo, un modo specifico per farlo?
In oltre venti anni di esperienza nella didattica applicata, l’unica cosa chiarissima è che prima si inizia a seminare e ad abituare i bambini ad osservare e a porsi delle domande, prima si raccoglieranno i frutti.
Nel mio percorso con Cicero in Rome non mi è mai capitato di vedere bambini che non potevano fare qualcosa ma solo piccoli non abituati ad osservare. L’ascolto è una conseguenza, prima si deve lavorare un certo modo per conquistare la loro attenzione.
Noi lavoriamo su tutte le fasce d’età sul metodo scientifico che in parole poverissime consiste nell’osservazione diretta e nella tramutazione di dati in osservazioni generali, che attraverso la nostra guida i ragazzi e i bambini hanno la possibilità di elaborare da soli. Non ci mettiamo a dare nozioni stile enciclopedia, quindi.
Noi facciamo un altro tipo di lavoro. I bambini di tutte le età e specialmente i più piccoli sono spugne, assorbono tutto, elaborano i dati velocemente e sono capaci di pensieri profondi e filosofici da restarci veramente stupiti.
3) Che reazioni hanno i bambini, quali effetti hanno queste visite su di loro?
In generale e in media ovviamente, i bambini se sono abituati e i genitori che sono con loro insieme in questo viaggio li accompagnano per mano e li incitano nel modo giusto, sono meravigliosi. La famiglia è fondamentale, perché ogni momento bella della nostra vita, dalle vacanze da bambino alla laurea o al matrimonio, cerchiamo tutti lo sguardo delle persone che amiamo, cerchiamo la loro intesa, il loro stupore, cosi come quando si ride o ci si diverte. L’esperienza conoscitiva se fatta con la propria famiglia è incisiva all’ennesima potenza.
Mi capita di incontrare fratelli maggiori che ormai sono dei giovanotti e che magari accompagnano alle visite i fratelli minori. Questi ragazzi ormai quasi adulti si ricordano perfettamente tutte le visite fatte con noi, si ricordano i percorsi, le osservazioni, le deduzioni e i momenti più belli. Una volta una ragazza mi ha detto che alle superiori studiano il metodo scientifico gli è tornata in mente una nostra visita, che aveva fatto dieci anni prima e che improvvisamente si era resa conto di aver capito quello che il suo professore stava cercando di spiegare con parole più complicate.
Il nostro è un lavoro di divulgazione!
Noi prendiamo milioni di informazioni e di nozioni e le traduciamo in un’emozione tangibile e comprensibile, attraverso un atto pratico che sono le nostre attività didattiche.
Devo dire che i bambini, a meno che non vengano fuorviati dall’opinione dei genitori, rimangono tutti colpiti e presi dall’esperienza.
4) E che reazioni hanno e cosa imparano i genitori?
Appunto! Chiaramente gli adulti partono con più preconcetti e con più aspettative. Molti si aspettano i saltimbanchi, altri gli attori, altri una normale visita guidata piena di nozioni.
Noi non facciamo questo.
C’è chi lo capisce e resta colpitissimo e diventa nostro cliente.
C’è chi non lo capisce e pensa solo che non gli abbiamo letto wikipedia e quindi ci dice che non gli è piaciuta.
L’unica cosa certa è che ai bambini resta impressa la cosa e io punterei su quello.
Certo sul mondo dei genitori potremmo aprire un discorso a parte e spesso, molto spesso in verità, restano sorpresi del proprio figlio perché magari non si aspettavano che fosse capace di riflessioni profonde e di stampo socio antropologico.
Di contro ci sono quelli che invece sostengono che il proprio figlio di 8 anni sa più del nostro operatore, che ci tengo a sottolineare che sono tutti plurilaureati, con specializzazioni, dottorati di ricerca, esperienza decennale e lungo periodo di formazione.
Mi sembra veramente ridicolo anche solo pensare una cosa del genere e io sono madre di 3 figli, ma non mi sono mai sognata di pensare una cosa del genere. E’ chiaro che questa tipologia di genitori non ha capito cosa stavamo facendo e in parte potrebbe aver fuorviato i figli.
Poi ci sono quelli al cellulare, quelli che chiacchierano tra di loro, quelli che non hanno voglia di stare con i figli….ehhhhhh, potrei scrivere un libro!
Per fortuna chi ci segue alla fine ha superato una selezione di affinità naturale e loro hanno capito cosa facciamo e riescono a riconoscere quanto sia un buon lavoro sui loro bambini.
5) Come ha risposto il pubblico?
Dipende, i fattori sono veramente tanti. Il meteo, le maratone, le domeniche ecologiche, il covid, i ponti… è veramente impossibile tracciare una qualche regolarità nel nostro lavoro.
Nel corso degli anni ho capito quali fossero gli orari migliori in base alle fasce d’età e quali fossero le durate delle attività oltre le quali i bambini non uscivano sfiniti.
Noi li vogliamo avvicinare non allontanare, vogliamo che escano da un museo e dicano “che bello…ma è già finito?” , vogliamo vedere sorrisi non sbuffi per la noia, vogliamo che tornino a casa e ci ripensino su, che raccontino quello che li ha stupiti, vogliamo che si facciano domande. Insomma abbiamo l’alta pretesa di innescare dei processi mentali. Quindi no, assolutamente no non diamo semplici nozioni a valanga.
Chi desidera quel tipo di visita non venga con noi.
6) Accompagnare famiglie con bimbi così piccoli può sembrare semplice, ma è un compito delicato: come costruite una visita? come scegliete una location? Quanto studio c’è dietro una visita guidata con piccolissimi?
Dopo la fase Covid, tutte le guide turistiche in massa si sono buttate a fare attività e laboratori per bambini locali diciamo. Tutti hanno ingenuamente pensato, perchè senza esperienza diretta, che bastasse offrire le stesse nozioni che davi ai turisti parlando in modo simpatico però. Aggiungendo magari un disegno o una battuta a sfondo calcistico.
Non funziona così.
Un metodo ha bisogno di trovare applicazione ed essere modificato in corso d’opera in base alle esigenze reali.
Oggi Cicero in Rome può godere di più di venti anni di riflessione e sperimentazione quindi no, non siamo improvvisati affatto.
Facciamo passare però tutto per leggero. Deve sembrare tutto facile, quasi troppo facile ma quello è il modo corretto di conquistare la fiducia dei bambini e farti seguire nel nostro percorso di apprendimento.
Le location vanno scelte in base agli spazi e a quanto ci permettono di costruire un ragionamento partendo dall’osservazione.
Per i piccolissimi deve per esempio essere uno spazio luminoso o all’aperto, ricco di stimoli visivi, che non sia prevalentemente archeologico per intendersi, che abbia lo spazio per sistemarsi seduti, non deve essere dispersivo e ci deve essere un filo conduttore che ci permette di costruire una conclusione logica.
Non tutti i musei o luoghi si prestano alle attività per i più piccoli. Senza contare che purtroppo i musei italiani sono gestiti da una politica anti bambino. Sono terrorizzati i custodi e il personale quando ci vedono arrivare, per poi scoprire che sono solo bambini e non un branco di animali strani.
C’è da dire anche che i nostri operatori sono formati per gestire questa fascia d’età. E’ semplicemente assurdo approcciarsi ai bambini senza preparazione. Non non facciamo intrattenimento, questo lo ripeto sempre, noi facciamo divulgazione scientifica.
Adesso mi fermo, non riveleremo mai tutti i nostri segreti organizzativi.
7) Che consigli dareste a un genitore che sta decidendo di fare una passeggiata o una visita con un bambino piccolo? C’è una qualche preparazione? Qualcosa che può tornare utile sapere?
Di dargli più stimoli possibili a partire da subito dopo la nascita. I famosi primi mille giorni sono fondamentali. Costruiamo la cognizione futura del bambino, stimolandolo in modo corretto. La cultura in tutte le sue forme per i bambini deve essere naturale come bere il latte. Deve essere naturale fare delle osservazioni, imparare a guardare e soprattutto stupirsi insieme ai genitori della bellezza.
Se ci fate caso quando i bimbi sotto i tre anni sentono un adulto che si stupisce e dice “che bello” tenderà poi a ripetere l’osservazione con lo stesso stupore ma in altri contesti.
Alcuni genitori mi dicono che li portano nei musei da soli, ma come spiego a tutti non è affatto la stessa cosa per diversi motivi:
- sentire i propri genitori parlare di qualcosa non ha la stessa presa come sentire un estraneo che usa altre parole, altri metodi e altre espressioni.
- stare in un contesto con i genitori, ma insieme ad altri bambini da la possibilità di capire quando si deve ascoltare, quando muoversi, quando ridere e quando guardare. Si dà un tempo per ogni attività e sicuramente i bambini seguiranno i genitori imitandoli.
- noi utilizziamo dei semplici supporti ma efficaci per stimolare l’osservazione solo di certi dettagli. Si può essere sicuri che solo quelli resteranno impressi nella mente dei bambini.
- Attraverso domande e suggerimenti studiati ad arte per stimolarli riusciamo a farli avvicinare all’argomento di cui si parla e a volte anche a farli emozionare.
Le nostre sono visite molto emozionali.
Andiamo a far vivere la storia, l’arte e l’archeologia tramite il metodo scientifico per elaborare l’emozione della storia. Il fattore emozionale è quello che poi resta impresso e intorno a quello ci si ricorderanno le nozioni.
Nozioni che potranno essere poche per i bambini sotto i 5 anni, alcune per i bambini di 6/7 anni e di più per i più grandi.
Ma tutti avranno imparato a sentire come familiare un luogo di cultura e ci vorranno tornare.
Garantito.
Cicero in Rome lavora su tutto questo, chiamarle semplici visite guidate è veramente riduttivo.