Il 17 novembre è la Giornata Mondiale dei Neonati Prematuri. La prematurità è un evento molto frequente: si definiscono bambini prematuri i neonati nati prima delle 37 settimane di gestazione. Diana è nata alla 35esima settimana, grazie a un’ecografia che ha salvato la sua vita (e anche la mia)
17 novembre Giornata Mondiale dei Neonati Prematuri: come un’ecografia salvò Diana
Diana è nata pretermine (non prematura), ma per fortuna le settimane erano già 35 e al nido della clinica la chiamavano La falsa prematura: 2.970 gr per 46 cm, tirati fuori di corsa perché la signorina si era fatta un pareo col cordone ombelicale.
Un poco di ittero, una notte in osservazione e poi ha dovuto lei aspettare me per uscire perché i dottori dicevano… “Ma sì, signora: la teniamo un giorno in più perché dà sul fucsia”, ma si capiva che erano perplessi dalla mia andatura da cesareo che, più che una neomamma, sembravo da trasferimento immediato in geriatria.
Variazione sul tema: io non lo sapevo che l’ittero potesse essere anche fucsia! Mia figlia, i primi giorni, mi ricordava tanto un paio di orecchini in metallo con gli smile che portavo negli anni ’80.
Parto prematuro: una delle cause più frequenti è l’incontinenza cervicale
Per una che aveva passato una gravidanza intera a letto per via dell’Incontinenza Cervicale con l’utero cucito col cerchiaggio – mia figlia aveva cercato di evadere già al quarto mese, e non mi spiego perché visto che a quell’età gestazionale ancora non ci sentono. Sai, mi avesse sentita parlare avrei capito… – 35 settimane sono state un traguardo strepitoso. In sala parto tutti si stupivano di come “la signora” fosse tranquilla.
Io ho avuto la fortuna di avere un ginecologo che se ne è accorto già quando ero di appena 4 mesi. Come? Con una semplice ecografia che gli ha permesso di misurare la lunghezza del mio collo dell’utero che, a quelle settimane, dovrebbe essere sui 5 cm, ma nel mio caso era già a 3.5 e, dopo una settimana di riposo e ovuli e iniezioni di progesterone era comunque sceso di un altro centimetro.
Cinque giorni dopo ero sotto i ferri: una fettuccia di seta mi ha permesso di conoscere mia figlia. In una gravidanza fisiologica il programma prevede di controllare la misura del collo intorno alle 20-22 settimane. Settimane alle quali, io e Diana, non saremmo mai riuscite a arrivare senza il miracoloso intervento del mio medico. Ovviamente, la maggior parte delle gravidanze hanno un iter fisiologico e tranquillo, ma per quelle che soffrono della mia stessa patologia non sempre la conclusione è così felice.
Nei 5 mesi che ho passato a letto ho avuto modo di entrare a far parte di un gruppo di donne coraggiose e meravigliose (quasi tutte più giovani di me, quindi l’età non c’entra) col mio stesso problema. Molte di loro sono mamme di piccoli guerrieri, nati leggeri, di appena mezzo kg addirittura, e che hanno tenuto incollati al vetro dell’incubatrice mamma e papà per mesi, fra picchi di terrore nei momenti più bui e momenti di grande speranza. Alcuni hanno combattuto con tutte le loro forze e non ce l’hanno fatta e hanno madri meravigliose che mi hanno fatto conoscere il significato vero delle parole “coraggio” e “forza” (una di queste, è quella che ha creato questo gruppo di sostegno senza il quale non so cosa avrei fatto).
Da cosa dipende l’incontinenza cervicale? Da quello che ho capito, nessuno lo sa con esattezza. Può essere congenito, così come dovuto a traumi (nel mio caso, nei 6 mesi precedenti la gravidanza, ne avevo persa un’altra e subìto un intervento per rimuovere un fibroma) o a infezioni. Oggi con il cerchiaggio, intervento chirurgico, e il pessario, un dispositivo che inserisce il ginecologo senza dover subire alcun tipo di anestesia, la maggior parte delle donne con questa patologia arriva al traguardo.
Dà segnali l’incontinenza cervicale? Non sempre, anzi difficilmente. Nel mio caso avevo dei doloretti – no panic, nel primo trimestre sono assai comuni – e l’utero spesso contratto, campanello di allarme che ha fatto venire il sospetto al mio ginecologo.
Cosa si può fare per combattere l’incontinenza cervicale e la possibilità di un parto prematuro
Cosa si può fare? Forse un’ecografia. E sapere che ci sono i mezzi per arginare la situazione, cercando di vivere sempre la gravidanza nel modo più tranquillo possibile.
Potete informarvi qui: http://www.incompetenzacervicale.it/
Per non dire minchiate fuori luogo alla mamma di un prematuro, l’indispensabile vademecum della Pozzolis Family
E per i piccoli prematuri, se vi dilettate con l’uncinetto, potete fabbricare dei piccoli polipi che li aiuteranno nel loro sviluppo in Terapia Intensiva Neonatale: pare che i tentacoli riproducano la sensazione di avere ancora vicino il cordone ombelicale che li teneva uniti alla loro mamma. Che più unita a loro, nonostante tutto, non potrebbe essere, perché queste mamme coraggiose non smettono mai di lottare e, ringraziamo il progresso, sono sempre di più quelle che vincono.
I neonati prematuri hanno speranza di sopravvivere addirittura dalla 22 -23esima settimana di gestazione
Per 5 mesi, ogni notte, mi facevo coraggio leggendo le tabelle di sopravvivenza dei nati prematuri. Dalla 23esima settimana di gestazione (tenete a mente che si entra nel 6° mese a 26 settimane e 2 giorni) cominciano a esserci speranze concrete di sopravvivenza. Ogni giorno guadagnato è un piccolo pezzetto di percentuale che quella speranza accumula a suo favore.
Un giorno non sembra niente, ma per chi porta avanti una gravidanza a alto rischio è una speranza immensa. Per chi vede il suo piccolo crescere dietro a un vetro, è un altro grande traguardo.
Il colore della giornata della prematurità è il viola. Per tutti i piccoli prematuri, metto le scarpine viola di mia figlia, nata pretermine, forte come una leonessa. Che ogni bimbo oggi in TIN, possa correre con delle scarpine viola un giorno con i propri genitori.