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I terribili due anni, ovvero: urla, capricci, rabbia e crisi di pianto. Come sopravvivere con i consigli della Psicologa Tiziana Capocaccia.

Cosa sono i terribili due? Succede a moltissimi bambini a due anni: diventano intrattabili e a volte ingestibili. È tutto normale, cari genitori: sono i terrible two. Vediamo come affrontarli insieme e come capire i “capricci”, le urla, i messaggi dei vostri bimbi con l’aiuto della psicologa

DOTTORESSA TIZIANA CAPOCACCIA
https://tizianacapocaccia.it/

Io avevo una bimbetta carina e sorridente. Poi un giorno, alla consueta richiesta di un bacio, continuando a giocare ha sparato un secco “no!”. Poi sono cominciati i capricci, i rifiuti, le urla pazze e il rifiutarsi di fare qualunque cosa. L’altro giorno si è seduta sopra i miei occhiali e mi ha guardata molto soddisfatta, o almeno credo calcolando che mi mancano 6 diottrie e i miei amatissimi cocci erano sotto il suo regal deretano di duenne mina vagante.

Ovviamente Diana si è portata avanti col lavoro perché la cosa è iniziata un paio di settimane fa, mentre lei farà due anni ad agosto. E se lei si porta avanti io non sono da meno per cui ho acchiappato come sempre la nostra fida psicologa Tiziana Capocaccia alla quale ho rivolto, come al solito, 10 domande.

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1-Quale demone ha preso possesso di mia figlia? L’anima del trapassato Gengis Khan? Gozer il Gozeriano? Chtulhu? Che cosa è successo a quella che fino a un mese fa era la mia adorabile bambina?

A due anni i bambini iniziano a costruire la propria individualità. Questo significa mettere dei confini rispetto all’altro, la manifestazione di questo mettere i confini si concretizza nei molti “no”, nelle impuntature che tanto rallegrano le nostre giornate di genitori spaesati.

2-Perché succede proprio a due anni di età? Quali meccanismi scattano? E succede a tutti i bambini o è il mio solito c… fortuna? 

Si attraversa una specifica tappa evolutiva attorno ai due anni. Ecco diciamo che i nostri piccoli diventano una sorta di mini adolescenti, in un certo senso, perché cercano di affermare sé stessi e creare primi passi di indipendenza in ciò che fanno. Questo essere “oppositivi” e provocatori a questa età è normale.

i terribili 2 anni bambini capricci urla pianto 3

3-Hanno ragione quelli che mi dicono “Eh-eh-eh però tu l’hai viziata troppo! Giele dai sempre tutte vinte e ora è diventata capricciosa”

Vizio e capriccio sono due parole vuote e astratte che non amo. Cosa ci dicono? Come ci permettono di migliorare un comportamento difficile? Sono generalizzazioni, a volte potremmo applicarle anche a tanti adulti, senza però avere nulla di informativo su cui lavorare.

Iniziamo a porci delle domande: quando attua i comportamenti che per noi sono inappropriati? Cosa accade subito prima? Chi è presente? Che momento della giornata è? Come reagiamo a quel comportamento? Solo con un’attenta analisi possiamo cercare di capire il comportamento e magari prevenirlo.

4-Perché dice sempre no o si lascia andare a urla isteriche?

Perché un bambino di due anni non ha un repertorio comportamentale molto ampio. Non sa ancora come esprimere determinate cose in maniera più funzionale e sta a noi insegnarglielo. Dire loro che non si fa qualcosa o di interrompere un comportamento li lascia spaesati… cosa altro possono fare?

Quando diciamo loro che una cosa non si fa dobbiamo anche insegnare loro l’alternativa valida del comportamento appropriato.

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5-Quando esprime tutta questa rabbia come posso calmarla? E se ancora non parla molto bene, come è possibile instaurare un dialogo per cercare di calmarla?

Quando è in atto una crisi di comportamento un bimbo non riesce a calmarsi da solo: dobbiamo aiutarlo, abbracciandolo e aiutandolo a contenere le emozioni e a tranquillizzarsi.

Magari possiamo cercare via, via che si calma di fargli alcune domande. Doversi impegnare per rispondere occupa un’area celebrale che contrasta quella dell’”esplosione emotiva” e lo aiuta a ritornare alla calma.

6-Sgridarlo, arrabbiarsi, perdere la pazienza sono comportamenti utili? E quando è veramente necessario assumere un atteggiamento rigido e non indietreggiare di un passo?

Se c’è qualcosa che non si può avere o che non si può fare e ci sono valide ragioni per questo vanno spiegate, anche mille volte. Quello che sempre va offerto è il conforto, perché il riconoscimento e l’accoglimento delle emozioni è un’educazione emotiva importante che va coltivata da subito. Vuol dire che non si può avere il tal gioco perché costa troppi soldi, ma capisco la tua tristezza e ti abbraccio e faccio con te un altro gioco.

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7-Come mi devo comportare in questa fase? Ad esempio: se lui rifiuta di fare qualcosa come posso indurlo a farla? Vestirsi, mangiare, lavarsi, uscire…

Una cosa che può funzionare e costruire le regole insieme: poche, chiare, una alla volta.

Nel senso che possiamo insegnare una regola per volta, quando sarà appresa passiamo alla successiva. Possiamo costruire una sorta di token economy: ad esempio un foglio su cui disegnare un cuoricino o una stellina ogni volta che il comportamento è adempiuto per dare un segno visibile dei miglioramenti, quando ne avrà accumulati un tot possiamo dare un piccolo premio come ad esempio un adesivo. Per alcuni bambini è molto rinforzante anche solo vedere le stelline che si aggiungono sul tabellone. Mi raccomando usiamolo solo al positivo e mai per togliere le stelline.

8-Riavrò mai la mia bambina o devo chiamare un esorcista?

Niente esorcista, al massimo un bravo psicologo ;o)

Scherzi a parte, è una tappa evolutiva normale che in si conclude in genere verso i 3 o 4 anni. In ogni caso se un genitore si sente in difficoltà, un confronto con una consulenza può aiutare.

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9- Se la situazione mi sfugge di mano e non mi sento in grado di gestirla a chi posso rivolgermi?

Se un genitore si sente in difficoltà come dicevo una consulenza può essere di aiuto. Così come per un problema ai denti consulto il dentista, per un problema di comportamento si può consultare lo psicologo. È impossibile dire in assoluto quali comportamenti siano spie di un malessere, bisogna valutare ogni singolo caso.

10-Ho sentito parlare di una cosa che si chiama “Barattolo della calma”: ci sono giochi, oggetti o cose che possiamo fare insieme per calmarci?

Adoro i barattoli ma anche le bottiglie della calma. Si può realizzare in maniera molto semplice in casa anche insieme al nostro bambino con una bottiglietta di plastica in cui mettere acqua un po’ di tempera e brillantini o piccoli oggetti che scivoleranno su e giù nell’acqua.

Più in generale quel che fa calmare noi può far calmare anche loro: una musica rilassante, una canzoncina, cullarlo, respirare piano. Per guidare la respirazione e tornare alla calma può essere di grande aiuto fare le bolle di sapone.

Personalmente ho insegnato molto presto a mia figlia a respirare e dire ohm insieme a me. È inizialmente un gioco da fare insieme, ma aiuta a ristabilire la calma. Se non vi piace dire ohm, qualunque vocale andrà bene purché se ne tenga il suono a lungo.

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