In un mondo in cui pensare a se stessi è la normalità, la Rete Nazionale degli Insegnanti per la Gentilezza insegna l’inclusione, il dialogo, il rispetto, l’accoglienza e la valorizzazione della diversità
“Sii gentile perché chiunque incontri sta combattendo una dura battaglia“
Colpita e affondata da uno dei libri che più ci piace e che abbiamo letto più volte con Domy, Wonder.
Wonder è un libro per bambini, che ogni adulto dovrebbe leggere. E’ la storia di Auggie, ragazzo di prima media con una deformazione facciale protetto e curato amorevolmente dalla mamma e dalla famiglia che, per la prima volta, affronta il mondo della scuola. Deve combattere, da solo, contro la sincerità cattiva dei bambini. La storia di un combattente, di un semplice cucciolo, che deve trovare il suo posto nel mondo. Consiglio vivamente di leggere anche il libro, oltre che vedere il film.
Quanto è facile giudicare qualcuno senza conoscerlo
Oggigiorno ci troviamo di fronte semi-adulti, bambini e ragazzi, immersi in uno schermo, a pensare solo a se stessi, a pensare di riprendere una scena di violenza, piuttosto che a prendere le difese di chi quella violenza la sta subendo sotto i loro occhi. Abbiamo dimenticato cosa significhi stare assieme agli altri?
Costanza, la prima Maestra per la Gentilezza
La gentilezza dovrebbe essere insegnata nelle scuole, di ogni ordine e grado. Roma03 ha intervistato la Maestra Costanza De Luca, una tra le prime insegnanti per la Gentilezza riconosciuta in Italia. Lei lavora a Bari, è laureata in Giurisprudenza, ma, seguendo il suo cuore, ha deciso di insegnare. E lo fa in un modo particolare.
Costanza, cosa sono gli insegnanti per la Gentilezza?
“Ciao sono Costanza, mamma di Daria e Francesco, vivo a Bari e insegno nel plesso Scuola Primaria I.C. Falcone – Borsellino nel Q.re San Paolo dal 2007. E sono un’insegnante di sostegno.
La Rete Nazionale degli Insegnanti per la Gentilezza mi ha conferito il titolo di Maestra per la Gentilezza per il lavoro che svolgo nel plesso scolastico dove insegno. Ho utilizzato la gentilezza come strategia educativa e didattica per includere, integrare e valorizzare la diversità”.
Ci può spiegare come si svolge il suo lavoro?
“Con le mie colleghe, mettiamo in atto pratiche gentili:
– riduciamo gli sprechi e ricicliamo
– organizziamo una sfilata ecologica per le strade del quartiere per il “Friday for future” (noto anche come “Venerdì per il futuro”, ovvero lo sciopero scolastico per il clima, ndr)
– Con un esperto del CONI, in palestra, dedichiamo settimanalmente un’ora ai Giochi della Gentilezza
– Il sindaco ha nominato degli Assessori alla Gentilezza
– Abbiamo aderito a iniziative proposte dal Filo della Gentilezza (progetto che ha come obiettivo quello di offrire uno strumento per contrastare il cyberbullismo e sensibilizzare alla pratica della gentilezza)
– Abbiamo ideato la Giornata dell’Abbraccio
– Aderiamo alla Giornata Mondiale Contro lo Spreco Alimentare, (noi di Roma03 ve ne abbiamo parlato qui)”.
In breve qual è la Vostra mission?
“La nostra mission educativa tende a sensibilizzare gli alunni alla gentilezza riscoprendone quotidianamente i piaceri.
Il motto del nostro plesso è:
“Insegnare è un modo di amare”
Quali sono le caratteristiche di una scuola della Gentilezza?
“La scuola gentile educa al dialogo, al rispetto, all’accoglienza, propone alternative all’egoismo e alla prevaricazione sull’altro. Consiglia percorsi di soluzione non violenta ai conflitti che possono verificarsi nelle dinamiche relazionali tra pari”.
Cosa ama di più dell’insegnamento?
“Amo i bimbi.
L’insegnamento dona soddisfazioni nel riscontrare i progressi raggiunti dagli alunni. Mi permette una continua formazione, ricerco costantemente materiale creativo, stimolante e originale per incrementare il loro interesse. Mi permette di trasmettere nozioni, ma soprattutto emozioni.
I bambini mi regalano ogni giorno la possibilità di guardare il mondo dal loro punto di vista, scoprendone ogni giorno di nuovi.
Cresco con loro“.
Un’ultima domanda, cosa si sente di consigliare ai suoi colleghi?
Consiglio di veicolare i valori ai bambini tramite la comunicazione, l’aggregazione e il fare comunità. Attraverso forme gentili e giochi, il senso di appartenenza al gruppo classe sarà esteso anche alla vita quotidiana.
Il buon esempio appreso a scuola viene messo in pratica in ambito sociale, dobbiamo prenderci cura dei bambini e svolgere la nostra mission educativa non solo in ambito scolastico: dobbiamo essere prima di tutto maestri di vita“.