Alcune persone e i bambini, in forma maggiore, hanno la capacità di affrontare e superare un momento tragico o una serie di eventi traumatici senza necessariamente subire danni permanenti, questa potenzialità è meglio nota come resilienza. Esistono tante attività da fare per sviluppare la resilienza, soprattutto in questo periodo di quarantena per il Coronavirus. Vediamole insieme.
La resilienza si plasma negli anni, con l’esperienza positiva e negativa, con l’esistenza di tutte le realtà vissute fin da quando eravamo piccolissimi.
Vi è mai capitato di vedere un bambino disperato perché la sua macchinina si è rotta? Non dobbiamo dissuaderlo perché è solo una macchinina, una stupidaggine, una sciocchezza. Dobbiamo invece accogliere il suo dispiacere, coinvolgerci nel suo lutto e fargli sentire che ci dispiace molto per quello che sta vivendo ma insieme lo affronteremo o lo supereremo, proveremo ad aggiustarla, troveremo un modo alternativo per giocarci, la conserveremo in una scatola dei ricordi preziosi, o qualsiasi altra idea interessante ci venga in mente per trasformare la sua frustrazione in una sensazione nuova, diversa e legata alla resistenza del danno appena subito.
Noi adulti siamo soliti pensare che i bambini, essendo piccoli, non hanno particolari problemi: e magari è pure vero, ma hanno comunque le loro difficoltà, difficoltà rapportate all’età e che destano in loro uno sconvolgimento emozionale. Sta a noi adulti, figure di riferimento, insegnare loro come gestirle.
La relazione stabile in famiglia aiuta ad adattarsi ai cambiamenti regolando i propri stati comportamentali
Il bambino impara a sviluppare la capacità di rispondere al cambiamento ovviamente grazie all’esperienza continua, anche attraverso il gioco, acquisisce efficienza verso il suo stress o il suo problema. Questo, sempre e comunque se con i suoi genitori o chi ne fa le veci ha un rapporto sano, positivo e accogliente.
Le situazioni difficili nella vita di un bambino possono essere molteplici
Le situazioni difficili possono nascere da una serie infinita di condizioni come una brutta malattia, come un lutto di una persona cara, come una separazione traumatica dei genitori: tutte difficoltà che, se mal gestite, possono portare danni permanenti.
E’ dunque determinante parlare con il bambino, non lasciarlo nel ruolo passivo dello spettatore che deve accettare il cambiamento, ma spiegargli accuratamente cosa accade e farlo ogni volta che ce n’è bisogno o che lui stesso lo richiede.
E’ necessario che non si senta mai colpevole di quanto accade, rassicuriamolo sull’accaduto, raccontiamogli quel che succede, confidiamoci con lui, chiediamogli consiglio, rendiamolo attivo, pensante e fondamentale per il recupero della serenità sua e vostra.
Il bambino ha bisogno di avere una visione positiva di sé
Assicurategli la vostra presenza, il vostro affetto, essendo debole potrebbe sentirsi indotto ad attribuirsi la colpa, non permettetelo. Si può sbagliare, si può cadere, ci si può far male, ma allo stesso tempo possiamo educarlo a rialzarsi, a curare la ferita e a riprovare.
Se state notando che le reazioni dei vostri bambini sono cambiate e vi destano preoccupazione anche a causa degli ultimi avvenimenti che ci vedono chiusi in casa senza rapporti esterni e potrebbero a lungo raggio creare ripercussioni sul loro sviluppo, è il caso di intervenire, chiedendo aiuto al proprio pediatra in primis, agli psicologi, ai centri socio-sanitari o anche alle maestre che magari hanno una chiave di lettura più approfondita della nostra.
Nel mio caso specifico, la maestra di Flavio (essendo laureata in psicologia) si è dimostrata subito disponibile al confronto, al dialogo o anche semplicemente ad accogliere domande qualora noi mamme avessimo avuto dubbi sulle stravaganze dei bambini in questo periodo storico tanto incerto quanto difficile.
Consigli su giochi o attività per stimolare la resilienza
Per alimentare l’autostima: GIOCO DEI TALENTI
Ogni partecipante mostra all’altro cosa sa fare, ognuno proverà a rifare il gesto o l’azione proposta, se tutti la sanno fare, si troverà un altro talento fino a che non si scopre insieme l’eccezionalità di tutti nel saper fare delle cose in modo unico.
Per imparare la fiducia: CAMMINARE ACCOMPAGNATI
Scegliersi un compagno al quale affidarsi e lasciare che ci guidi nello spazio, mentre noi teniamo gli occhi chiusi. Affronteremo ostacoli, curve, stop, avanzamenti lenti e altri molto rapidi. Successivamente la coppia si scambia e chi prima era stato portato ora guiderà l’altro.
Per stimolare l’ascolto: OCCHI CHIUSI SEGUI IL SUONO
Si prendono tre strumenti, differenti tra loro, uno ci farà fare due passi avanti, l’altro ci farà saltare sul posto, l’ultimo ci farà sdraiare a terra.
I partecipanti dovranno imparare a distinguerli e a ricordare le azioni che devono compiere.
Per educarli a reagire: TI AIUTO IO
Create a terra delle isole con carta di giornale, ognuno si posizionerà sulla sua isola. Iniziate a raccontare una storia, con una serie di pericoli che ogni partecipante a suo modo deve affrontare, ma avrà bisogno che un amico intervenga tendendogli una mano, aiutandolo (un vulcano in eruzione, l’arrivo di un dinosauro, l’alta marea, una crepa sul terreno). Lasciateli fantasticare su come aiutare l’altro, un gioco di improvvisazione e immaginazione.