Sposarsi quando si è già genitori è un’esperienza unica e irripetibile.
E’ la condivisione di un momento fondamentale nella storia della famiglia: un legame che si cementa anche nella memoria oltre che nel sangue.
Me la ricordo benissimo quella mattina. L’ho aspettata tutta la vita, e specialmente l’ho aspettata da quando ho conosciuto tuo padre. Mi è piaciuto subito, sai, ma c’ho messo un po’ a riconoscerlo, soprattutto con me stessa. Lui, vabbè si sa, come tutti gli uomini (stereotipo semi-serio!) c’ha messo mooooooooolto di più, ma è un dettaglio trascurabile. Quando mi ha chiesto di sposarlo ero ubriaca: era Natale, tanto che l’aspettavo la proposta che proprio quel giorno non c’ho capito niente! Ma la luce nei suoi occhi parlava da sola. Quella l’ho capita, la conosco, è quella che mi ha fatto innamorare di lui, quando, 12 anni fa, ho incontrato per la prima volta i suoi occhi da dietro il monitor di un pc.
Matrimonio con figli: quando sei tu la sua Principessa
Poi sei arrivata tu. Cercata, voluta, amata. Il nostro immenso capolavoro. Avevamo tutto (anche se poi, quando è arrivato tuo fratello, abbiamo capito che quel “Coso” biondo con il sorriso più bello del mondo ci mancava) e volevamo gridarlo a tutti.
Abbiamo scelto il 30 settembre, di 3 anni fa.
Mi sono alzata alle 6 quella mattina e, dopo un caffè seduta tranquilla in cucina, la giornata si è fatta subito frenetica. Tu dormivi in camera tua: il resto del mondo era dietro a me. Finché non ti sei svegliata, sei venuta in camera di letto, hai guardato il mio vestito e hai detto: “Mamma sembri una Principessa!“. Nessuno mi aveva mai detto “sembri una Principessa” e nessuno lo aveva mai detto come te. Lo sguardo estasiato che mi hai lanciato mi ha ripagata della fatica di attendere i 3500 bottincini che zia Valentina mi stava allacciando.
Poi ti ho persa di vista: la pettinatura, il velo, il ritocco del trucco. Ti cercavo con lo sguardo ma non ti trovavo. Sapevo che stavi con Nonna, ma mi mancavi. All’improvviso mi giro e ti vedo entrare: sono convinta che quel giorno anche gli angeli erano invidiosi di te. Una meraviglia vestita di bianco, con il tuo cerchietto con la rosa (che, ancora oggi, è il tuo preferito), e il mini bouquet che la mia amica Palma aveva preparato appositamente, per farmi una sorpresa.
Giuro che in vita mia non ho mai visto niente di più bello. Mi sono abbassata (mentre tutti mi dicevano di non farlo per non sgualcire il vestito) e ti ho guardata: occhi negli occhi. Tu hai alzato lo sguardo e mi hai detto: “Mamma, oggi ci sposiamo?“.
“Sì amore mio, oggi ci sposiamo“. “E dov’è Papà?“. “Ci sta aspettando in chiesa“. “Andiamo allora“. Andiamo.
Matrimonio con figli: “tu eri là, esattamente dove dovevi essere. Con noi”
Abbiamo percorso la navata insieme: io, te e Nonna (e forse da lassù anche Nonno). Abbiamo visto Papà e tu gli sei corsa incontro: “Papà, Papà ho fatto la pipì nel vasino!“, sguardo fiero e orgoglioso, voce che ha rimbombato per tutta la chiesa. Ha riso pure il prete. Poi Nonna ti ha portata al banco e tu sei stata ferma lì, buona, ad aspettare il tuo grande compito, quello per cui ti eri preparata da mesi: portare le fedi. Insieme con Alessandro vi siete avvicinati. La tua testolina sbucava dalle nostre braccia: era esattamente dove doveva essere. Dove sarà sempre. Con noi.
Pensando al giorno del mio matrimonio l’ho sempre immaginato con mio marito, da soli, senza figli e più giovani. Immaginavo l’emozione, le lacrime, i sorrisi, il casino, la festa. Non immaginavo te. E sbagliavo. Averti al mio fianco ha reso tutto molto speciale. Abbiamo vissuto un’esperienza unica, insieme. Un ricordo indelebile, un legame che affonda anche nella memoria oltre che nel sangue. C’eravamo solo noi: io, te e Papà.
A fine giornata eri stanca, esausta. Ti sei arrabbiata perché gli altri bambini, per giocare, ti tenevano “lontano dalla mia mamma!”. Sei venuta da noi: stavamo tagliando la torta. Avevi una faccia così buffa e arrabbiata con in mano la paletta da dolci che sembravi pronta a minacciare chiunque si avvicinasse: volevi che stessimo insieme, noi tre. Ci hai fatto ridere molto. E ci si è aperto il cuore. Ti abbiamo presa e stretta forte forte. Finalmente soddisfatta sei corsa via, in braccio a Nonna, e ti sei addormentata.
Matrimonio con figli: un peso? No, un’emozione triplicata
In molti ci hanno chiesto se ci fosse “pesato” (non in senso dispregiativo, ovviamente) organizzare il matrimonio da genitori. Perché l’idea generale è un po’ questa: non te lo godi fino in fondo quando hai un piccolo da accudire.
In realtà è stata l’esperienza più entusiasmante e coinvolgente (ovviamente dopo la nascita tua e di tuo fratello!) che abbia mai vissuto. La scelta del tuo abito pre e post cerimonia (neanche fossimo al Festival di Sanremo), le prove per la camminata in chiesa con la musica in soggiorno, le partecipazioni fatte a nome tuo con la mia amica Tiziana che, per te, si è inventata l’impossibile, la tua manina stretta alla mia, quei grandi, immensi occhi neri piantati nei miei davanti alla porta di casa quando ti ho detto: “Sei pronta?” e tu mi hai risposto “Sì, Mamma, ho anche preparato i miei giochini!“. Per farmi capire che, quel giorno, non avrei dovuto pensarci io: volevi aiutarmi e quindi mi hai tolto un pensiero.
E poi quel ballo, io e te in mezzo alla stanza. Quel ballo che non avrei potuto fare con nessun altro, a parte tuo Nonno. Quel ballo che tante volte avevo immaginato diversamente, stretta tra le braccia di un uomo che ho amato con tutto il cuore, ma mai quanto amo te! Quindi, no, non è stato un peso. Forse per te è stata una giornata un pochino pesante e per alcuni versi anche destabilizzante: con tante persone che ti salutavano e ti facevano gli auguri, il più delle volte senza sapere nemmeno chi fossero. Per me è stato un sogno, un sogno che si è avverato: vivere la mia favola con l’Amore più grande della mia vita. Con buona pace di Papà.