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Non riesco ad allattare: cosa fare se pensi di non avere latte

Non ho latte. Non riesco ad allattare. E cosa puoi fare se pensi di non avere latte? Ecco la mia esperienza personale con l’avvio dell’allattamento di Diana

Diana è nata con parto cesareo a 35 settimane + 5 giorni. 2.970 grammi, un gigante rispetto alle settimane di anticipo con cui è nata.

Ci ho messo una vita a diventare mamma, e fosse stato per me a 38 anni invece del primo figlio avrei probabilmente fatto il quarto ma, come si dice, la vita è quella cosa che ci capita mentre siamo impegnati a fare altri progetti.

Nata a mezzanotte e cinquantatre, ha passato la prima notte in osservazione – siamo state estremamente fortunate – e alle 8 di mattina finalmente me l’hanno portata. La meraviglia che mi ha investito come un vento solare nemmeno sto a raccontarvela, ovviamente.

Subito skin to skin e il fatidico momento (che non avevo mai temuto, dico la verità) in cui avrei provato ad “attaccare” la bambina. Diana si è attaccata subito, tutto sembrava filare liscio nonostante questo parto pretermine.

36 ore dopo avevo un capezzolo al neon e apparizioni mistiche dalle varie religioni monoteistiche ogni volta che Diana si attaccava o che provavo con il tiralatte perché avevamo capito che l’attaccamento non era buono e che Diana piangeva molto perché aveva la pancia vuota.

Ho provato tutte le posizioni possibili per attaccare Diana nel migliore dei modi, ma alla fine la constatazione è stata bimba piccola con bocca piccola su mamma tettona con capezzolo troppo grande. E così mi sono fatta portare quello che poi venne ribattezzato l’adattatore, ossia dei paracapezzoli che permettevano alla boccuccia di Diana di attaccarsi nel migliore dei modi, mentre per sicurezza ci davo dentro col mio latte tirato e messo in un biberon piccolissimo.

La storia del latte tirato è durata ben tre mesi, e volendo guardare il lato positivo mi aiutava a organizzarmi le poppate notturne. La difficoltà dell’avviamento di questo allattamento, mi ha dato un motivo in più per chiedere a un’ostetrica di venirmi ad assistere. Non ho ceduto al latte artificiale, ma chi mi conosce sa che io sono una votata al martirio (ho un tatuaggio sulle chiappe con su scritto, colpire qui).

Dopo tre mesi di momenti in cui mi pareva che il latte andasse via alternati a momenti in cui, finito di allattare, mi addormentavo sul divano e mi svegliavo che sul divano ci mancavano i cereali e avevi fatto colazione (tre mesi a pulire latte ovunque: fresco di tetta o ricotatto e rigurgitato, che poesia la maternità!), Diana si è attaccata senza problemi e ha ciucciato come una vampira fino a 22 mesi.

Raccontata così, sembra semplice. In realtà, se ripenso a quel periodo e riprendo in mano i quaderni che mi faceva tenere l’ostetrica, mi tornano alla mente tanti dubbi e paure

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