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Regali di Natale 0-3, quarta parte: regali artigianali per bambini da 0 a 3 anni (da tutta Italia!)

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Continuiamo con il nostro Speciale regali di Natale, giunto ormai alla quarta puntata, che stavolta è dedicato ai regali realizzati da artigiane che non vivono a Roma ma, ovviamente, spediscono in tutta Italia. Cosa mi ha spinta ad uscire dai confini del GRA? Una serie di colpi di fulmine per bravissime artigiane che dedicano il loro lavoro ai nostri piccoli 03, incontrate sempre ovviamente sul gruppo Mamme al Lavoro.

E inutile che fate quelle facce: siamo a fine novembre e già stai alla quarta puntata dedicata ai regali di Natale? Certo, perché voglio evitarvi che i seguenti orrori macchino il vostro karma lindo e pinto:

1- Ridursi la sera della vigilia a grattare imploranti la serranda mezzo abbassata del tabaccaio sotto casa per comprare accendini per tutti, compresi i bambini, perché ormai non c’è altro aperto, per poi incartarli con la carta forno. Un po’ come nella canzone Baffo Natale di Elio e le storie Tese, di cui gentilmente vi omaggio come monito.

2- Riciclare i regali brutti, col rischio di riproporli a chi ve li ha propinati. Secondo me all’inferno c’è un girone apposito per i riciclatori. Ma anche per chi fa regali brutti.

3- Fare un regalo brutto e anonimo, senza sentimento, quali penne, portachiavi, valigia, accappatoio, asciugamani, portafogli, cravatta, sciarpa, vestaglietta de ciniglia, canovaccio triste, bagnoschiuma nelle varianti blu/nero/grigio a tutta, e dico tutta, la famiglia. E il bagnoschiuma nero un po’ de ansia me la mette.

Certo che parlando qui di regali per bambini da 0 a 3 anni è un poco difficile, ma la prudenza non è mai troppa e i regali pericolosi sono tanti anche lì, come quella volta che regalai a mia nipote un bambolotto che gattonava esultando (eh-eh eh-eh eh-eh eh-eh) e poi scivolava e piangeva. Un pranzo di Pasqua – era il 2003 – rovinato, col padre di mia cognata che mi minacciò fino all’ammazza caffè dicendo che al mio primo figlio avrebbe comprato una chitarra elettrica con amplificatore da palco. Forse per questo la prima figlia l’ho fatta nel 2016.

GIULIA MANTELLINE
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Ricominciamo con l’autoanalisi. Arrivati al primo anno di vita di Diana mi sono resa conto che sono due le cose che proprio non mi è venuto in mente di comprarle: una bambola (trauma da pupazzo di cui sopra?) e le gonne! Quanto a stereotipi di genere non mi si può davvero dire nulla! E delle gonne mi sono resa conto guardando le fantastiche creazioni di Giulia Mantelline. Mi sono sentita un essere immondo tanto più che qualche mattina fa mi rincorreva per casa con un paio di ballerine rosa in mano.
Come dice il nome, tutto parte da stupende mantelline con originali applicazioni, foderate nei modi più disparati, adatte per tutte le occasioni e anche per i maschietti, Ma poi arrivano i pezzi forti che sono i body frufru un po’ Anna Oxa prima maniera, che io potrei pure uccidere per averlo, infatti spero che presto Giulia li produca dalla 40 alla 52, così lo compro uguale per me e per lei. E con cosa sta bene un body fru fru? Ovvio, con un tutù! E non è finita, perché ci sono anche deliziosi abitini, cappellini e fasce per capelli. Presto metterò mano al guardaroba di mia figlia, così la smetteranno con “ma che bel bambino!”

FELTRO E ALTRO
https://www.facebook.com/feltroealtro/

Anche qui, la madre indegna che è in me emerge con una prepotenza assordante: Diana non ha avuto il suo fiocco nascita. Ma stavolta non è colpa mia: nel palazzo dove abitavo quando è nata si sono, giuro, rubati un fiocco nascita tanto che la nonna è stata costretta a mettere un cartello nell’androne “Chi ha rubato il fiocco di mio nipote è pregato cortesemente di riportarlo”. La scelta era fra chiamare mia figlia Asdrubala, rendendo così il fiocco impermeabile a qualunque tentazione, fare un fiocco brutto tipo con le buste della spesa intrecciate (occhio che questa artigiana sarebbe capace di farne uno bellissimo anche così) o lasciar perdere. Ma se avessi conosciuto prima Feltro e Altro sarei andata a comprare l’antifurto, una teca antiproiettile e avrei sfidato la sorte! Fiocchi nascita che sono in realtà bellissimi anche da appendere nella cameretta dei bambini. Tanti soggetti diversi e anche la possibilità di fare quadretti nascita… Piccola chicca per le femminucce, la possibilità di creare una parure in feltro con mollettine per capelli e piccoli gioielli.

I PEEPOLI
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Io avrei la mania del riciclo. Dico avrei perché periodicamente accumulo pezzetti dei materiali più disparati, ma poi finisco col preparare solo delle gran buste di differenziata. A parte aver fatto le bomboniere di Diana coi barattoli di omogeneizzati (nessuno dica “scontato”, eh? C’ho messo dentro i Lego rosa e viola, una figata assurda!) non ho tempo di far nulla e, il dubbio mi viene, magari non so’ capace? Mah. Così quando vedo spuntare Miss Peepoli sul gruppo Mamme al lavoro che se ne esce con “vedi perché non butto mai nulla?” e mostra un tappo scassato di acqua minerale trasformato nella Gioconda non posso che provare ammirazione! Partiamo ovviamente dalle capacità che solo una brava artista può possedere e i suoi disegni, io che ho lavorato tanto nell’editoria e sognavo una casa editrice per ragazzi, parlano chiaro. Le sue stupende illustrazioni sono state declinate in qualsiasi cosa possibile e impossibile: dai quadri per la stanza alle borse, dai peepoli gioco – tasselli di legno con personaggi per inventare infinite storie – alle magliette, dalla bigiotteria agli album per le foto, dai fermalibri ai sacchetti per il nido c’è di tutto e di più!

EMANUELA E IL SUO BAULE
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Io, negli anni 80, mi facevo le bamboline di carta che poi, con le mie solite manie di grandezza, arrivavano a possedere una cucina di carta, la macchina e un panfilo. Tutto disegnato male dalla sottoscritta, sotto il banco, durante le ore di lezione per giunta! Questo perché ai miei tempi non esistevano i quietbook, altrimenti avrei aperto una sartoria in classe. Dal baule di Emanuela escono veri e propri mondi di cui potete vedere alcuni divertentissimi esempi nella gallery. Giochi che impegnano i più piccoli a lungo, aiutandoli a sviluppare la manualità e comprendere la realtà che li circonda: l’ippopotamo va dal dentista, la macchinina all’autolavaggio, il riccio vive nella sua casetta fungo, la fattoria è piena di animali e c’è perfino la funivia! Ma non solo quietbook per voi: Emanuela ha nel suo baule dei morbidi puzzle di stoffa, tanti scenari per imparare le lingue, morbide cornici porta foto e tappeti gioco per i piccolissimi! E, piccola chicca, delle delicatissime silhouette per augurare buon Natale a una mamma in attesa…

DELLY DOLLS HANDMADE
https://www.facebook.com/dellybyliciadeluca/

Io ho rigorosamente conservato ogni pezzetto di stoffa appartenuto a mia figlia, sia per sentimentalismo che perché le primissime cose sono sempre quelle per cui spendi di più. Poi senti in lontananza una detonazione: è il tuo conto in banca. A quel punto ti ritrovi con 46 pigiamini di una taglia che tuo figlio ha avuto per circa 18 giorni e cosa ci puoi fare per rendere il tutto immortale? Contattare Delly Dolls Handmade e farle realizzare dei bellissimi orsacchiotti con i primi pigiamini dei vostri piccoli. Il risultato è davvero stupefacente (e duraturo), un regalo originalissimo che sarà sicuramente apprezzato. Oltre agli orsacchiotti, Delly Dolls produce anche delle bambole ispirate a fiabe e libri per bambini come, ad esempio, gli amatissimi Alice nel Paese delle Meraviglie (ha riprodotto tutti i personaggi!) e il Piccolo Principe.  Potrei fare quindi un 2-3 orsacchiotti, anche da regalare ai nonni, e mi resterebbero sempre più di 30 pigiamini per un fratellino o una sorellina (a tutte le lettrici che lavorano in aeroporto: se vedete un 45enne brizzolato con gli occhi verde scuro, carnagione scura, corporatura media, naso a patata che tenta di imbarcarsi su un intercontinentale fermatelo. Ripeto: fermatelo!)

SILVIA SILLY ART
https://www.facebook.com/silvia.lombardi.7330763

Conservo gelosamente ben due illustrazioni sulla sottoscritta: nell’ultima, in ordine cronologico, ho 19 anni, indosso un mostruoso cappotto peloso verde, gli occhialoni scuri e digito come una pazza su un portatile poggiato sulle ginocchia. L’altra è una caricatura vintage nella quale di me si vedono soprattutto un gelato e il mento (appiglio dal quale la suora della prima elementare amava prendermi simpaticamente per darmi un’affettuosa scossetta. Non il naso, non la guanciotta: il mento!) Nonostante non abbia mai digerito ‘sta cosa della scucchia, queste due immagini mi ricordano piccoli particolari del passato che avrei altrimenti dimenticato: una domenica a piazza Navona con papà, il fatto che mangiavo gelati a profusione anche d’inverno e quello che sono una grafomane da che ricordo (ma anche digitomane? un mio collega pochi giorni fa si è alzato di colpo esclamando: “Il terremoto! Ah, no Silvie’, sei tu che stai a scrive al pc?”). Tutto questo per dirvi che le illustrazioni della mia quasi omonima, hanno il potere di immortalare non solo i bei visini di tutta la famiglia, ma anche l’essenza di ciò che siete ora e che vi scalderà il cuore a ricordarlo domani.

LE TOVAGLIE GIOCO
https://www.facebook.com/marialetizia.ventaloro

Chi di voi non si è mai nascosto sotto al tavolo facendo finta che fosse un regno sottomarino, la casa nel bosco di un folletto o di una fata, il quartier generale di un qualche strano esercito combattente, il tutto sequestrando il cane o il gatto malcapitato di turno e, per i più vivaci, sferrando pure un mozzico al polpaccio di qualche parente e  seminando il terrore, coltello di plastica fra i denti, fra le zie più alla moda: “Zietta, di’ addio per sempre alle tue calze velate… muahahahahah!” Cosa rendeva possibile tutto questo? La tovaglia, scenografia-confine fra realtà e finzione, che ti rendeva protagonista di un mondo tutto tuo, inventato fra le ombre. Ora ditemi: cosa avreste dato per una tovaglia come questa? Io, se me la comprate, la uso pure adesso. Ovviamente si possono creare tovaglie gioco con porte, finestre, alberi, oblò, uccellini, a forma di casetta, castello, sottomarino e tutto quello che vi viene in mente, adatto alle misure del tavolo di casa o di quello del giardino, basta chiedere a Marialetizia Ventaloro.

EDU CARTOONS
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Da bambina una delle cose che amavo di più fare era invitare i miei a cena. No, tranquilli: non ho sconvolto il trend generazionale, sono andata a vivere da sola a 28 anni. Semplicemente, li invitavo in camera mia dove preparavo saporitissime pietanze di plastica (resistendo alla tentazione di squagliarle nel Dolceforno). Poi davo il tormento a mia madre per aiutarla a condire la macedonia e, infine, facevo la bancarella delle granite (saranno sopravvissuti tutti i passanti? Mah…). Insomma, il cibo per me è una mania… Pensate voi cosa avrei potuto combinare con queste bellissime e fedelissime riproduzioni mangerecce, morbide e combinabili fra loro per creare migliaia di divertentissimi piatti. Oltre a questo, Edu Cartoons realizza un’infinità di maschere, fra cui spiccano i protagonisti dei cartoni più in voga. No, non fatemi domande: cominciate a cantare… siamoisuperpigiaminisiamoisuperpigiamini (anche in versione marionetta. Che poi, che vi lamentate che noi ci guardavamo Lady Oscar dove metà cast moriva di tisi!)

FABIANA PERRONI HANDMADE
https://www.facebook.com/fabianaperronihandmade

Non sono particolarmente avvezza a portare dei bijoux da quando ho avuto mia figlia (così evito la mutilazione dei lobi e la distruzione di suddetti bijoux) ma ho sempre particolarmente amato i gioielli con le scritte. C’è stato un periodo che giravo con una catenina con al centro scritto “Perché”. Un grosso perché in plastica, una cosa molto esistenzialista per la quale mi avrà segretamente preso per i fondelli mezza Roma. Così ho trovato immediatamente adorabili le catene ciuccio di Fabiana Perroni Handmade, ancora più carine se confezionate nella pallina natalizia trasparente da appendere all’albero. Le catenelle personalizzabili sono anche molto utili, specie all’asilo nido. Oltre a questo, Fabiana produce anche delle speciali candele con disegni adattissime per un battesimo. Ma perché limitarsi al nome sulla catenella poi? Ci potete scrivere, che so, “Che la forza sia con te” oppure avviare vostro figlio alla carriera di filosofo – un futuro fulgido di disoccupazione – con la scritta “Perché”!

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