Come far fare la cacca nel vasino ad un bambino? Come convincerlo a fare pupù nel water e evitare di lavare 12 mutande al giorno oltre a perdere il lavoro perché non lo prenderanno alla scuola dell’infanzia? Ecco i consigli della dottoressa Tiziana Capocaccia, psicologa dell’età evolutiva e autrice di fiabe
TIZIANA CAPOCACCIA
Psicologa e autrice di Fiabe
SITO WEB – PAGINA FB
Non so voi ma io ho passato un’estate di… Sì, lo so. Sembrerebbe una battuta da quattro soldi. Il fatto è che non è una battuta, ma il preludio dell’esaurimento. Di giorno lavo anche 7 paia di mutandine appestanti, di notte sogno il licenziamento in tronco all’ennesima chiamata dall’asilo “Signora, sua figlia è una fabbrica impenitente di cacca… se la venga a prendere!”
E quindi come sempre quando le questioni che riguardano mia figlia si ingigantiscono quel tanto che basta a coprire qualunque luce in fondo al tunnel, io – anche ora che Diana non vuole fare la cacca sul vasino – grido… TIZIAAAANAAAAA.
E la nostra psicologa di fiducia accorre con le sue spiegazioni chiare e semplici. D’altronde è anche un’autrice di fiabe per bambini, scritte proprio per aiutare loro e le loro famiglie ad affrontare piccoli e grandi problemi della vita.
E se Diana continuerà a fare cacche in giro chiedendomi dispettosa “Mamma è la palla di cacca?” il problema diventerà grande. Ooohhh se diventerà grande! Vai con l’intervista alla psicologa su come convincere un bambino quasi spannolinato a fare cacca nel water, pupù nel vasino. Insomma, dove ti pare… ma non per terra!
1) Lo spannolinamento sembra finalmente avviato: Diana fa la pipì nel water da quasi un mese e addirittura ha bagnato il letto di notte una sola volta… ma allora perché lavo 4 paia di mutandine al giorno? Perché mi dice che ha fatto la cacca solo dopo averla fatta?
Il controllo di pipì e cacca può avvenire in momenti differenti e con tempi diversi.
Sono stimoli diversi, il bambino può avere più difficoltà in un caso o nell’altro. Inoltre per fare pupù, e questo riguarda anche noi adulti, ci vuole un certo grado di rilassamento, oltre ad aver riconosciuto lo stimolo, per cui se il “momento” viene caricato di troppo pathos questo complica un po’.
Leggi la nostra guida ai libri per aiutare il bambino a fare cacca sul vasino
2) Ogni tanto, sul serio, perdo il lume della ragione e comincio a fare profferte ridicole alla figliola in cambio della pupù sul vasino “Dai diana, se fai la cacca sul water ti compro una confezione da 24 acquerelli con un album gigante”… quanto non funziona da uno a dieci? Quanto Maria Montessori mi bastonerebbe?
Ah, ha, ah! Beh, sicuramente dobbiamo cercare di motivare i bambini, anche se la motivazione migliore è far capire loro che crescere facendola nel water fa bene, così da non sporcarsi, i primi tempi una motivazione “tangibile” può aiutare.
Ovvio ci dev’essere la “mega festa” quando l’obiettivo viene raggiunto, dobbiamo essere molto rinforzanti con i piccoli quando “ce la fanno” e soprassedere quando non va come vorremmo.
Leggi qui la guida allo spannolinamento della nostra psicologa
3) Ora: se il fatto di lasciare andare la propria cacca spaventa così tanto i bambini… perché Diana ammira la sua cacca – giuro! – chiedendo “Mamma ho fatto la palla di cacca?”. Non so, vuole diventare uno stercoraro o cosa? Perché questa fissa della palla di cacca?
Prima di tutto lo “schifo” per gli escrementi è qualcosa che viene appreso, alcuni bambini ci giocano anche se non vengono prontamente fermati.
L’averne paura può riguardare anche tutto il pathos di cui viene caricato il momento dell’evacuazione perché ovviamente come genitori siamo preoccupati che avvenga, al tempo stesso rischiamo di trasmettere ansia ai bambini e questo potrebbe bloccarli un po’. Comunque Diana fa bene ad essere contenta dei suoi “prodotti”, è una soddisfazione dopo tutto!
4) Al solito ti chiedo: quanto l’invenzione di una storia ci può venire in soccorso?
Moltissimo. Per più motivi. Aiuta, se specifica sul tema, ad affrontare l’argomento in maniera indiretta, si parla della cacca del personaggio non del bambino stesso!
Aiuta anche, grandi e piccini, a smorzare l’ansia e a ridere un po’ dell’argomento.
Inoltre, questo a prescindere dal tema della storia, leggere “durante” l’evacuazione aiuta ancora tantissimi adulti tutti i giorni!
5) E se il gioco si fa duro e il bambino arriva a diventare addirittura stitico, in modo anche importante, pur di non fare la cacca?
Se ci sono difficoltà di questo tipo è utile rivolgersi al pediatra che può dare consigli specifici, magari anche riguardo l’alimentazione. Noi lavorare sull’abbassare la nostra ansia, che potremmo aver involontariamente trasmesso.
6) E per quei bimbi che per fare la cacca chiedono ancora il pannolino cosa dobbiamo fare… assecondarli?
Possiamo procedere per gradi, piccolissimi step, magari stare sul water col pannolino, poi col pannolino aperto, poi col pannolino vicino, e così via. Anche allungando i tempi e la gradualità in base alle necessità.
Se stiamo cercando di capire come si sente il bambino, oltre ad usare le fiabe, può funzionare parlare usando marionette o pupazzi. Si rende in qualche modo il discorso meno focalizzato sul bambino stesso, più giocoso e protetto da una certa “distanza di sicurezza” psicologica.
7) Come gestire l’ansia, parlo ovviamente di noi mamme, della scuola dell’infanzia che incombe e il licenziamento anche se Diana non imparerà a fare la cacca per tempo?
Cerchiamo di prendere consapevolezza delle nostre emozioni e di elaborarle a poco, a poco, così non rischiamo di trasmetterle al bimbo.
Una cosa che spesso non viene considerata e che invece ha un impatto importante è che con lo spannolinamento, per quanto ormai ci appaia scomodo, perdiamo un momento di initimità col nostro cucciolo che non tornerà.
Questo è un passo di crescita che richiede il suo tempo per essere digerito.
Leggi la nostra guida ai libri per bambini per lo spannolinamento
8) Come far capire al bambino che – al contrario di diana che parla fieramente della sua palla di cacca – ha proprio paura di fare la cacca e di vederla… che la cacca non fa niente, è una cosa sana, e non è che stai male perché la fai?
Direi che se noi per prime non abbiamo difficoltà con la pupù questo è di massimo aiuto. Se anche per noi è un’area di difficoltà, magari siamo stitiche o viviamo male questo momento dello spannolinamento allora lavoriamo sul nostro sentire prima di tutto.
Direi che poi possono accorrere in nostro aiuto storie a tema pupù, magari buffe, che facciano ridere, che facciano diventare la pupù una cosa simpatica, ridere rilassa e sdrammatizza. Si può anche pensare di giocare a far fare la pupù ai pupazzi, per ripetere la routine e prendere confidenza con questa autonomia da imparare.
9) Io ora quando vado a fa la cacca metto i manifesti… “Mamma ora va a fare la cacca sul water”… La forza della disperazione, non so più che inventarmi!
Ecco far del momento della pupù qualcosa di normale, divertente, sdrammatizzare e stare sereni aiuta, sì. L’esempio può servire.
L’esempio è sempre il più grande insegnamento, ricordiamoci che i bambini sono e fanno come siamo e come facciamo non come diciamo di fare e di essere.
10) E nel momento di disperazione se è chiaro che dovrebbero farla ma proprio non si lasciano andare, soffrendo anche parecchio, o se si lasciano prendere da pianti disperati e sconforto… cosa possiamo fare? Cantare, respirare?
Distrarsi, magari fare bolle di sapone, aiuta a respirare rilassandosi senza concentrarsi sul respiro che talvolta può essere controproducente.